N.B Il fondatore Jean-Marc Jancovici è ideatore di un metodo per calcolare l’impronta di carbonio.
L’obiettivo del team di dodici scienziati, ingegneri del settore e consulenti, è aiutare le grandi organizzazioni a gestire l’impatto energetico delle loro “operazioni digitali”. Questo perchè la transizione, ad oggi, contribuisce ad aumentare il riscaldamento globale invece di prevenirlo.
La necessità di agire è quindi urgente, avverte il think tank. I passaggi da fare sono principalmente nell’acquisto di dispositivi il meno potenti possibile, nel cambiarli il meno possibile e nel ridurre gli usi non necessari e per quelli che richiedono un maggiore dispendio di energie.
Nel rapporto si evince:
“L’impatto ambientale della digitalizzazione diventa gestibile se l’Ict è più snello. E’ possibile limitarne crescita all’1,5% all’anno passando a pratiche digitali sobrie”.
Semore, secondo “The Shift Project”, il tasso di crescita dei consumi energetici del settore digitale potrebbe essere rallentato dal 9% all’1,5% nel 2025, secondo uno scenario di “sobrietà ” che lascia spazio alla crescita dei data center (+17% annuo al 2025) e delle reti mobili (+25% annuo al 2025).